Capita spesso di pensare al corpo come a qualcosa di definitivo, come se fosse un luogo stabile e immutabile. Eppure, passato un po’ di tempo, ci si accorge che tutto cambia: le abitudini, le idee, perfino il modo di stare al mondo. Da qui nasce una riflessione che invita a guardare a se stessi con più leggerezza e con un po’ di distacco.
Seneca lo esprime in modo chiaro: “Questo corpo non è una casa, ma una locanda. E questo solo per un breve periodo”. L’immagine è semplice: una locanda è un posto in cui si resta per poco, un passaggio. Definire così il corpo spinge a non attaccarsi troppo all’aspetto fisico e a ricordare che ogni cosa ha un tempo limitato. È un invito a dare più peso a ciò che si pensa e si fa, invece di perdersi in ciò che è destinato a cambiare.
Lucio Anneo Seneca, uno dei principali pensatori dello stoicismo, dedicò gran parte della sua vita a riflettere sul tempo, sulla serenità e sulla capacità di mantenere la calma anche quando tutto sembra instabile. Era un uomo pratico, abituato alla politica e ai conflitti della sua epoca, ma capace di parlare di equilibrio interiore con parole che, ancora oggi, suonano attuali.
La sua frase suggerisce una certa libertà: se il corpo è una tappa, allora vale la pena occuparsi di ciò che resta. L’idea non chiede rinunce, ma invita a guardare diversamente le piccole preoccupazioni che solitamente pesano più del dovuto. In fondo, la vita è breve e va vissuta con serenità.
