Slogan contro la Mafia: i 25 più belli e famosi

Slogan contro la Mafia

La mafia è un’organizzazione criminale che da molti decenni, per i propri interessi, impoverisce un territorio, uccide e incute terrore.

Un fenomeno che va combattuto, contro cui alcuni grandi uomini del nostro Paese hanno lasciato la vita.

Ecco quindi i più famosi gli slogan contro la mafia che ci aiuteranno a capire da che parte stare. Scoprili subito!

Slogan contro la mafia

Argomenti:

Il peggior nemico della mafia è la scuola.

La mafia è una merda.
(Luigi Ciotti)

Io sento, io vedo, io parlo. No alle mafie!

Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene.
(Paolo Borsellino)

Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d’accordo.
(Paolo Borsellino)

Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente!
(Peppino Impastato)

Fuori la mafia dallo Stato.

La mafia uccide, il silenzio pure.
(Peppino Impastato)

Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo.
(Paolo Borsellino)

Dignità è un Paese libero dalle mafie, dal ricatto della criminalità, dalla complicità di chi fa finta di non vedere.
(Sergio Mattarella)

La mafia teme la scuola più della giustizia, l’istruzione toglie erba sotto i piedi della cultura mafiosa.
(Antonino Caponnetto)

Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola.
(Giovanni Falcone)

Di fronte alla mafia da soli siamo come una goccia d’acqua, ma se uniamo le nostre forze diventiamo un oceano.

Se vogliamo combattere efficacemente la mafia, non dobbiamo trasformarla in un mostro né pensare che sia una piovra o un cancro. Dobbiamo riconoscere che ci rassomiglia.
(Giovanni Falcone)

Il silenzio è mafia.

Chiunque pensasse di combattere la Mafia nel “pascolo” palermitano e non nel resto d’Italia non farebbe che perdere tempo.
(Carlo Alberto dalla Chiesa)

Raccontare come stanno le cose vuol dire non subirle.
(Roberto Saviano)

La mafia sarà vinta da un esercito di maestre elementari.
(Gesualdo Bufalino)

I mafiosi sono intelligentissimi. Gli manca solo la parola.
(Pino Caruso)

La sicurezza del potere si fonda sull’insicurezza dei cittadini.
(Leonardo Sciascia)

Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola.
(Paolo Borsellino)

Le pene della camorra sono certe e immediate, a differenza di quelle dello Stato.
(Roberto Saviano)

La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine.
(Giovanni Falcone)

Se esiste l’antimafia vorrà dire che esiste pure la mafia.
(Luciano Liggio)

Come evitare di parlare di Stato quando si parla di mafia?
(Giovanni Falcone)

La camorra oggi è una forma di terrorismo che incute paura, impone le sue leggi e tenta di diventare componente endemica nella società campana.
(Giuseppe Diana)

Contro la mafia. Sempre!

La mafia è l’organizzazione più agile, duttile e pragmatica che si possa immaginare rispetto alle istituzioni e alla società nel suo insieme.
(Giovanni Falcone)

Non ho mai chiesto di occuparmi di mafia. Ci sono entrato per caso. E poi ci sono rimasto per un problema morale. La gente mi moriva attorno.
(Paolo Borsellino)

La mafia è una montagna di merda.
(Peppino Impastato)

Non è da Cosa Nostra che potete aspettarvi un futuro migliore per il vostro quartiere. Il mafioso non potrà mai darvi una scuola media per i vostri figli o un asilo nido dove lasciare i bambini quando andate al lavoro.
(Pino Puglisi)

La mafia è quando tre magistrati vorrebbero oggi diventare procuratore della Repubblica. Uno è intelligentissimo, il secondo gode degli appoggi dei partiti di governo, il terzo è un cretino, ma proprio lui otterrà il posto. Questa è la mafia.
(Frank Coppola)

In Italia la lotta alla mafia non sarà mai vinta, perché la mafia non è altro che la versione truculenta del costume diffuso, dove la parentela, la conoscenza, lo scambio di favori, in una parola, la rete “familistica” ha il sopravvento sul riconoscimento dei valori personali e sui diritti di cittadinanza.
(Umberto Galimberti)