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Frasi Palindrome (che si leggono al contrario): le 125 più belle, curiose e divertenti

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Ultimo aggiornamento: 7 Dicembre 2023
Di: Frasi Mania
Frasi Palindrome

Le frasi palindrome sono frasi la cui particolarità è che possono essere lette da sinistra verso destra e da destra verso sinistra senza che il risultato cambi.

Ovvero una frase palindroma letta al contrario sarà identica a quella letta nel senso “giusto”.

Qui di seguito abbiamo elencato le più belle e curiose frasi palindrome che ci hanno maggiormente stupito. Eccole!

Frasi Palindrome

Argomenti:

I topi non avevano nipoti.

Ero a dirottar trattori da ore.

Ai lati d’Italia.

I seni cinesi.

Etna gigante.

Figa la gif.

Era pacifica pare.

I brevi diverbi.

E le tazzine igienizzatele.

È ressa per arraffar rare passere.

Angela lava la legna.

Ero malato. Idiota l’amore.

È raro passare per assaporare.

A Legnano corro con Angela.

Onorati mimi m’imitarono.

Otterrò caffè? Beh che beffa! Corretto.

Erano usi suonare.

Al riparo ora, pirla.

È corta e atroce.

Iside ci dice di sì.

È la tela letale.

Ero reo o ero re?

Ero muro o rumore?

È lavoro e oro vale.

Eresse nuovo un essere.

A voi gregge regger giova.

Ai clacson nonno scalcia.

È ritrosa a sortire.

I bar arabi.

I due feudi.

I cibi libici.

Eppure le ruppe.

E le mie sei mele?

Ella fra farfalle.

Erede, vai a vedere.

Iter: aperte tre pareti.

Oimè, lo so: o sole mio.

A vita nella valle nativa.

E carbonizzino brace.

Avida nuotò una diva.

E la misura par usi male.

Afona voce eco vano fa.

Ella va a galla e allaga a valle.

Anita fa la fatina.

Era pacifica, pare.

O di Parigi rapido.

Erede, vai a vedere.

I tre sedili deserti.

Amo ridere di Roma.

Illusa fingo sogni fasulli.

Era timida Anna ad imitare.

Era donna d’annodare.

Ogni tazza pazza tingo.

E là noi diremo: meridionale.

A intera genia mai negar etnia.

E con lievi vite vive il noce.

Alla bisogna tango si balla.

Ero tutelata da tale tutore.

A te opera pare, poeta.

Irono in Italia ai latini onori.

È l’amata troppo sopportata male.

È romano con amore.

Omino nano non anonimo.

Ero tutelata da tale tutore.

O mordo tua nuora, o aro un autodromo.

È corta e non è sadica e non è acida se non è atroce.

Accese carboni ma cade da camino brace secca.

Otto siamesi vide e divise mai sotto.

Roma domina l’animo d’amor.

Era matto: radeva fave da rottamare.

In amor io diffido i romani.

Io vado solo goloso da voi.

Ai re solo gelati con noci: tale goloseria.

Avida di vita desiai ogni amore vero ma ingoiai sedativi da diva.

Ella, per attaccar, a esimi si mise a raccattare palle.

E vide tre cortei di nani dietro certe dive.

Idratare saliva nelle navi la sera tardi.

Ettore evitava le madame lavative e rotte.

Ad essi do l’Iliade; e dai lì l’Odissea.

E poi Martina lavava l’anitra miope.

E lo creda Marte: non è trama d’Ercole.

Anno democratico so citar come donna.

È l’ora per i pacieri, direi; capire parole.

Ad una cima lassù bussa l’amica nuda.

Ingegno c’era nell’allenar congegni.

O vita, ci fingi, se non è significativo.

Ero a Roma: amor a ore.

Eri un nano non annuire.

I tropici mamma! Mi ci porti?

Attici di città.

Io vado da voi.

E la sete sale.

Ai lati della valle d’Italia.

Poter esser pelato totale per essere top.

O mordo tua nuora o aro un autodromo.

È rotto, dottore?

E lo vedo: lei è lodevole.

Idratare saliva nelle navi la sera tardi.

Anna di sera se c’è cesare si danna.

Anna e Otto onorarono Otto e Anna.

Annarita la tiranna.

Ero maniaca in amore.

È raro valer e lavorare.

Ecco delle belle docce.

Osso rotto otto rosso.

Ivi reperivi.

Arava l’avara.

È corta e atroce.

E ti ritiri te.

E la mafia, sai, fa male.

Anna ama Otto e Otto ama Anna.

Angolo bar a Bologna.

A Milano, non a Lima.

Amo Roma.

A visitar frati si va.

Anna cala la canna.

I tre poco coperti.

Apra l’arpa.

Amor a Roma.

È cane tenace.

Ave, o Eva.

Apra l’arpa.

Ove vivevo?

Il lavacavalli.

Mai rimiriam.

Orava l’avaro.

A valle ella va.

Il re deve vederli.

Aceto nell’enoteca.

Il re mette sette merli.

A Nizza la palazzina.

E la temo come tale.

I tipici bicipiti.

È sorella alle rose.

Ed Irene se ne ride.

Sorella all’eros.

Ad una vera pia donna dei simili fili misi ed annodai: pareva nuda.

Poter essere pelato totale per essere top.

Trami colpo col mitra.

Occorre pepe per Rocco.

E con lievi viti vive il noce.

In amor io diffido i Romani.

Il burino con i rubli.

A voi goloso tale gelato solo giova.

Arida secca l’arena l’erbe essa martellava.

E la ci porta la cicala tropicale.

E ti diranno: donna ridi te.

Essa t’evita le relative tasse.

I re sono seri.

È la morte tetro male.

Accesa pipa secca.

Recai piacer.

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