
Le stelle sono uno di quegli elementi naturali che ha da sempre affascinato ed emozionato gli esseri umani.
Non per niente, su di esse sono state formulate religioni, credenze, miti e leggende. Ma anche poesie.
Ecco quindi le più belle e romantiche poesie sulle stelle che siano mai state scritte. Scoprile subito!
Poesie sulle stelle
- Le stelle
 (Edith Irene Södergran)
 Quando viene la notte,
 io sto sulla scala e ascolto,
 le stelle sciamano in giardino
 ed io sto nel buio.
 Senti, una stella è caduta risuonando!
 Non andare a piedi nudi sull’erba,
 il mio giardino è pieno di schegge.
- Morale siderale
 (Friedrich Nietzsche)
 Predestinata a un’orbita stellare
 che t’importa, o stella, del buio?
 Rotea beata attraverso questo tempo!
 La sua miseria ti sia estranea e distante!
 Del mondo più distante è il tuo bagliore:
 la compassione sia per te un peccato!
 Per te vale un comandamento solo: sii pura!
- La stella della sera
 (Edgar Allen Poe)
 L’estate era al suo meriggio,
 e la notte al suo colmo;
 e ogni stella, nella sua propria orbita,
 brillava pallida, pur nella luce
 della luna, che più lucente e più fredda,
 dominava tra gli schiavi pianeti,
 nei cieli signora assoluta –
 e, col suo raggio, sulle onde.
 Per un poco io fissai
 il suo freddo sorriso;
 oh, troppo freddo – troppo freddo per me!
 Passò, come un sudario,
 una nuvola lanugiosa,
 e io allora mi volsi a te
 orgogliosa stella della sera,
 alla tua remota fiamma,
 più caro avendo il tuo raggio;
 giacché più mi allieta
 l’orgogliosa parte
 che in cielo svolgi a notte,
 e di più io ammiro
 il tuo fuoco distante
 che non quella fredda, consueta luce.
- Alla stella
 (Mihai Eminescu)
 Fino alla stella ch’è sorta
 la strada è tanto lunga,
 che mille anni la luce
 ha impiegato a percorrerla.
 Forse da secoli s’è spenta
 nelle azzurre lontananze,
 e solo ora il suo raggio
 rifulse agli occhi nostri.
 L’immagine della stella ch’è morta
 lenta sul cielo ascende.
 Viveva quando non si vedeva,
 oggi la vediamo ed è morta.
 Così quando l’amor nostro
 muor nella notte fonda,
 la luce della spenta passione
 ci accompagna ancora.
- La stella ha pianto rosa
 (Arthur Rimbaud)
 La stella ha pianto rosa al cuore delle sue orecchie,
 L’infinito è rotolato bianco dalla tua nuca alle reni
 Il mare è imperlato rosso alle tue mamme vermiglie
 E l’Uomo ha sanguinato nero al tuo fianco sovrano.
- Così vanno le stelle
 (Hermann Hesse)
 Così per la lor via vanno le stelle,
 incomprese, immutabili!
 Tu, mentre noi ci dibattiamo in vincoli,
 di luce in luce ascendi.
 Tu, la cui vita è tutta di splendore!
 E se dalle mie tenebre
 devo tendere a te braccia nostalgiche
 sorridi e non m’intendi.
- La mia sera
 (Giovanni Pascoli)
 Il giorno fu pieno di lampi;
 ma ora verranno le stelle,
 le tacite stelle. Nei campi
 c’è un breve gre gre di ranelle.
 Le tremule foglie dei pioppi
 trascorre una gioia leggiera.
 Nel giorno, che lampi! che scoppi!
 Che pace, la sera!
 Si devono aprire le stelle
 nel cielo sì tenero e vivo.
 Là, presso le allegre ranelle,
 singhiozza monotono un rivo.
 Di tutto quel cupo tumulto,
 di tutta quell’aspra bufera,
 non resta che un dolce singulto
 nell’umida sera.
 È, quella infinita tempesta,
 finita in un rivo canoro.
 Dei fulmini fragili restano
 cirri di porpora e d’oro.
 O stanco dolore, riposa!
 La nube nel giorno più nera
 fu quella che vedo più rosa
 nell’ultima sera.
 Che voli di rondini intorno!
 che gridi nell’aria serena!
 La fame del povero giorno
 prolunga la garrula cena.
 La parte, sì piccola, i nidi
 nel giorno non l’ebbero intera.
 Né io… e che voli, che gridi,
 mia limpida sera!
 Don… Don… E mi dicono, Dormi!
 mi cantano, Dormi! sussurrano,
 Dormi! bisbigliano, Dormi!
 là, voci di tenebra azzurra…
 Mi sembrano canti di culla,
 che fanno ch’io torni com’era…
 sentivo mia madre… poi nulla…
 sul far della sera.
- Fulgida stella
 (John Keats)
 Fulgida stella, come tu lo sei
 fermo foss’io, però non in solingo
 splendore alto sospeso nella notte
 con rimosse le palpebre in eterno
 a sorvegliare come paziente
 ed insonne Romito di natura
 le mobili acque in loro puro ufficio
 sacerdotale di lavacro intorno
 ai lidi umani della terra, oppure
 guardar la molle maschera di neve
 quando appena coprì monti e pianure.
 No, – eppure sempre fermo, sempre senza
 mutamento sul vago seno in fiore
 dell’amor mio, come guanciale; sempre
 sentirne il su e giù soave d’onda, sempre
 desto in un dolce eccitamento
 a udire sempre sempre il suo respiro
 attenuato, e così viver sempre,
 – o se no, venir meno nella morte.
- La tartaruga
 (Trilussa)
 Mentre una notte se n’annava a spasso,
 la vecchia tartaruga fece er passo più lungo
 de la gamba e cascò giù
 cò la casa vortata sottoinsù.
 Un rospo je strillò: “Scema che sei!
 Queste sò scappatelle che costeno la pelle…”
 “lo sò” rispose lei “ma prima de morì,
 vedo le stelle”.
- In barca
 (David Herbert Lawrence)
 Vedi le stelle, amore,
 Ancor più chiare nell’acqua e splendenti
 Di quelle sopra a noi, e più bianche
 Come ninfee!
 Ombre lucenti di stelle, amore:
 Quante stelle sono nella tua coppa?
 Quante riflesse nella tua anima?
 Solo le mie, amore, le mie soltanto?
 Guarda, quando i remi muovo,
 Come deformate s’agitano
 Le stelle, e vengon disperse!
 Perfino le tue, lo vedi?
 Rovesciano le stelle le acque
 Acque povere, inquiete, abbandonate…!
 Dici, amore, che non viene scosso il cielo
 E immobili son le sue stelle?
 Là! hai visto
 Quella scintilla volare su di noi? Le stelle
 In cielo neanche son sicure.
 E di me, che sarà, amore, di me?
 Cosa sarà, amore, se presto
 La tua stella fosse lanciata sopra un’onda?
 Sembrerebbero le tenebre un sepolcro?
 Svaniresti tu, amore, svaniresti?
- Le stelle intorno alla luna bella
 (Saffo)
 Le stelle intorno alla luna bella
 nascondono di nuovo l’aspetto luminoso,
 quando essa, piena, di più risplende
 sulla terra…
- Disgelo
 (Sergéj Aleksándrovič Esénin)
 Dalla palude giunge il grido dell’airone
 il chiaro gorgoglìo dell’acqua.
 E dalle nuvole occhieggia,
 come una goccia, una stella solitaria.
- Cercavo te nelle stelle
 (Primo Levi)
 Cercavo te nelle stelle
 quando le interrogavo bambino.
 Ho chiesto te alle montagne,
 ma non mi diedero che poche volte
 solitudine e breve pace.
 Perché mancavi, nelle lunghe sere
 meditai la bestemmia insensata
 che il mondo era uno sbaglio di Dio,
 io uno sbaglio del mondo.
 E quando, davanti alla morte,
 ho gridato di no da ogni fibra,
 che non avevo ancora finito,
 che troppo ancora dovevo fare,
 era perché mi stavi davanti,
 tu con me accanto, come oggi avviene,
 un uomo una donna sotto il sole.
 Sono tornato perché c’eri tu.
- Stella mia
 (Clemente Rebora)
 Leggiadro vien nell’onda della sera
 un solitario palpito di stella.
 A poco a poco una nube leggera
 le chiude sorridendo la pupilla;
 e mentre passa con veli e con piume,
 nel grande azzurro tremule faville
 nascono a sciami, nascono a ghirlande,
 son nate in cento, son nate in mille:
 ma più io non ti vedo, stella mia.
- Tutto vale
 (Walt Whitman)
 Io credo che una foglia d’erba non valga affatto
 meno della quotidiana fatica delle stelle.
 E la formica è ugualmente perfetta, come un granello di sabbia,
 come l’uovo di uno scricciolo,
 E la piccola rana è un capolavoro pari a quelli più famosi,
 E il rovo rampicante potrebbe ornare i balconi del cielo.
 E la giuntura più piccola della mia mano qualsiasi meccanismo può deridere.
- Guarda le stelle
 (Evgenij Abramovič Baratynskij)
 Guarda le stelle: molte ardono
 Nel silenzio della notte
 E splendono attorno alla luna
 Nell’azzurro del cielo.
 Guarda le stelle: tra esse ce n’è una
 A me più cara di ogni altra.
 Per quale ragione? Si alza per prima
 O brilla più vivida?
 No! Il suo lume conforta cuori amici
 Costretti a separarsi,
 e i loro occhi si incontrano in lei,
 lassù in alto nell’azzurrità.
 Appena la vedi apparire nel cielo,
 ti guarda pensosa anch’essa,
 e il suo sguardo risponde al tuo
 e teneramente riarde.
 Nel turchino della notte non stacchiamo
 I nostri occhi da lei:
 la seguiamo dalla terra al cielo
 e dal cielo alla terra.
 E tu, hai già scelto la tua stella?
 Nel silenzio della notte
 Molte splendono e ardono
 Nell’azzurro del cielo.
 Non affidare il tuo cuore alla prima
 Che vedi a te davanti,
 non dir tua, futile in amore,
 la più fulgida di tutte,
 ma chiama invece tua solo la stella
 che guarda pensierosa,
 e il cui sguardo risponde al tuo
 e teneramente riarde.




















