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Frasi di Tacito in Latino: le 25 più belle (con immagini)

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Ultimo aggiornamento: 24 Giugno 2024
Di: Luca Carlo Ettore Pepino
Frasi di Tacito
Ritratto di Publio Cornelio Tacito (S. Freeman)

Publio Cornelio Tacito è stato uno dei più grandi storici dell’antica Roma. Nato a Roma intorno al 55 d.C., ha scritto numerose opere, tra cui le “Historiae“ e gli “Annales”.

Le sue opere sono state molto importanti per la ricostruzione storica dell’epoca romana, in particolare per il periodo che va dalla morte di Augusto alla fine del I secolo d.C. Uno dei temi principali che si possono ritrovare è quello della corruzione del potere.

Qui di seguito la nostra selezione delle più belle e famose frasi di Publio Cornelio Tacito in latino che ce ne restituiscono il pensiero e lo spirito critico. Eccole!

Aforismi, citazioni e frasi di Publio Cornelio Tacito in latino (con traduzione)

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Corruptissima re publica plurimae leges.
Moltissime sono le leggi quando lo Stato è corrotto.

Honesta mors turpi vita potior.
Una morte onorevole è meglio di una vita disonorevole.

Una morte onorevole è meglio di una vita disonorevole.

Cupido dominandi cunctis adfectibus flagrantior est.
La brama di potere, per dominare gli altri, infiamma il cuore più di ogni altra passione.

Avaritia et adrogantia, praecipua validiorum vitia.
Avarizia e arroganza, vizi speciali dei più forti.

Tanto proclivius est iniuriae quam beneficio vicem exolvere, quia gratia oneri, ultio in quaestu habetur.
È molto più facile ricambiare un’offesa che un favore: la gratitudine è un peso, mentre la vendetta è un piacere.

Omne ignotum pro magnifico.
Tutto ciò che è sconosciuto è sublime.

Pessimum inimicorum genus, laudantes.
La peggior razza di nemici è quella degli adulatori.

Populi imperium iuxta libertatem, paucorum dominatio regiae libidini propior est.
Il potere del popolo tende alla libertà, quello dei pochi al dispotismo.

Sine ira et studio.
Senza ira o parzialità.

Nam beneficia eo usque laeta sunt, dum videntur exsolvi posse: ubi multum antevenere, pro gratia odium redditur.
I favori sono graditi fino a quando ci si crede capaci di sdebitarsi, ma quando divengono eccessivi anziché gratitudine suscitano odio.

Faciliore inter malos consensus ad bellum quam in pacem ad concordiam.
Fra i malvagi è più facile accordarsi per la guerra che esser concordi in pace.

Exercitatio artem paravit.
L’esercizio procura la destrezza.

Acerrima proximorum odia sunt.
Gli odi tra parenti sono i più accaniti.

Fides, libertas, amicitia, praecipua humani animi bona.
La fede, la libertà, l’amicizia, sono i principali beni dell’animo umano.

La fede, la libertà, l'amicizia, sono i principali beni dell'animo umano.

Rara temporum felicitas, ubi sentire quae velis, et quae sentias dicere licet.
Rara è la felicità dei tempi in cui è lecito pensare ciò che vuoi, e dire ciò che pensi.

Vitia erunt, donec homines.
Finché vi saranno uomini, vi saranno vizi.

Inter turbas et discordias pessimo cuique plurima vis, pax et quies bonis artibus indigent.
Fra gli imbrogli e le discordie chi più è malvagio, più può.

Quae fato manent, quamvis significata, non vitantur.
Ciò che ti attende per destino, anche se svelato, non si evita.

Omnia quae nunc vetustissima creduntur, nova fuere.
Tutte le cose che ora si credono antichissime, un tempo furono nuove.

Felicitas in socordiam vertit.
La felicità rende l’uomo pigro.

Est vulgus cupiens voluptatum et, si eodem princeps trahat, laetum.
Il volgo, sempre avido di divertimenti e tanto più esultante se riscontra nel principe i suoi stessi gusti.

Etiam sapientibus cupido gloriae novissima exuitur.
La passion per la gloria è l’ultima di cui si spogliano anche i sapienti.

Nihil rerum mortalium tam instabile ac fluxum est quam fama potentiae non sua vi nixa.
Non c’è cosa tanto instabile e passeggera a questo mondo quanto la reputazione d’un potere che si fonda su forze non sue.

Deos fortioribus adesse.
Gli dei stanno coi più forti.

Velocitas iuxta formidinem, cunctatio proprior constantiae est.
La velocità si accosta alla paura, la lentezza è più vicina alla costanza.

Mortem omnibus ex natura aequalem oblivione apud posteros vel gloria distingui; ac si nocentem innocentemque idem exitus maneat, acrioris viri esse merito perire.
La morte, che da natura è a tutti sorte comune, si distingue presso i posteri in gloria e in oblio; e se una medesima sorte attende il buono e il reo, tocca ai coraggiosi morir per un fine.

Romani, quorum superbiam frustra per obsequium ac modestiam effugias. Raptores orbis, postquam cuncta vastantibus defuere terrae, et mare scrutantur; si locuples hostis est, avari, si pauper, ambitiosi, quos non Oriens, non Occidens satiaverit: soli omnium opes atque inopiam pari adfectu concupiscunt. Auferre, trucidare, rapere falsis nominibus imperium, atque ubi solitudinem faciunt, pacem appellant.
I Romani, la cui arroganza invano cercheresti di evitare tramite l’ossequio e la moderazione. Predatori del mondo intero, adesso che mancano terre alla loro sete di totale devastazione vanno a frugare anche il mare. Avidi se il nemico è ricco e arroganti se è povero. Gente che né l’oriente né l’occidente possono saziare. Solo loro bramano possedere con pari smania ricchezza e miseria. Rubano, massacrano, rapinano, e con falso nome lo chiamano impero. Laddove fanno il deserto, lo chiamano pace.

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