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Frasi di Mussolini: 50 citazioni che han fatto storia

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Ultimo aggiornamento: 3 Aprile 2023
Di: Frasi Mania
Frasi di Mussolini

Benito Mussolini è stato un politico e personaggio storico vissuto nella prima metà del XX secolo. Fondatore del fascismo ha portato la dittatura in Italia per circa vent’anni, raggiungendo il potere con la violenza e perseguitando gli oppositori politici.

Di lui è impossibile dimenticare le leggi razziali e l’alleanza con la Germania di Adolf Hitler che portò il nostro Paese verso la catastrofe della Seconda Guerra Mondiale.

Qui di seguito le più famose frasi di Benito Mussolini che ne identificano il personaggio e le ideologie. Eccole!

Aforismi, citazioni e frasi di Benito Mussolini

Io non ho creato il fascismo, l’ho tratto dall’inconscio degli italiani.

La libertà non è un diritto: è un dovere. Non è una elargizione: è una conquista. Non è una uguaglianza: è un privilegio.

Tutto nello Stato, niente al di fuori dello Stato, nulla contro lo Stato.

Dobbiamo impedire a questo cervello di funzionare per i prossimi vent’anni.
(Quando Gramsci fu arrestato dalla polizia fascista e condannato a vent’anni di reclusione)

Chi vuol governare, deve imparare a dir: no.

Il tradito potrà anche essere un ingenuo, ma il traditore rimarrà sempre un infame!

L’Italia proletaria e fascista, è per la terza volta in piedi, forte, fiera e compatta come non mai. La parola d’ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti. Essa già trasvola e accende i cuori dalle Alpi all’Oceano indiano: vincere! E vinceremo, per dare finalmente un lungo periodo di pace con la giustizia all’Italia, all’Europa, al mondo.
(Dall’annuncio dell’entrata dell’Italia nella seconda guerra mondiale)

Governare gli italiani non è difficile, ma inutile.

Meglio il pianto di una sconfitta che la vergogna di non aver lottato.

La donna deve obbedire. […] La mia opinione della sua parte nello Stato è in opposizione ad ogni femminismo. Naturalmente essa non dev’essere una schiava, ma se io le concedessi il diritto elettorale, mi si deriderebbe. Nel nostro Stato essa non deve contare.

Nessuno ha potuto fermarci. Nessuno ci fermerà.

Quando mancasse il consenso, c’è la forza.

Una menzogna è una menzogna finché la si esprime con timidezza; rimane una menzogna se si ripete cento volte; ma diviene una verità quando si ripete mille volte.

Popoli che sorgono o risorgono sono imperialisti, popoli che muoiono sono rinunciatari.

Nella mia concezione, nella concezione del Fascismo, tutto è nello Stato, nulla fuori dello Stato, e soprattutto, nulla contro lo Stato.

Bisogna volere, fortemente volere! Solo con questa potenza di volontà potremo superare ogni ostacolo.

Rinunziare alla lotta significa rinunciare alla vita.

La disciplina deve cominciare dall’alto se si vuole che sia rispettata in basso.

Neve e freddo vanno benissimo, così muoiono le mezze cartucce e si migliora questa mediocre razza italiana. Una delle principali ragioni per cui ho voluto il rimboschimento del’Appennino è stata per rendere più fredda e nevosa l’Italia.

La massa ama gli uomini forti. La massa è donna.

Il fascismo stabilisce l’uguaglianza verace e profonda di tutti gli individui di fronte al lavoro e di fronte alla nazione.

Non posso avere amici, non ne ho. Ma non ne sento la mancanza.

Italia, popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, di navigatori e trasmigratori.

La storia ci dice che la guerra è il fenomeno che accompagna lo sviluppo dell’umanità. Forse è il destino tragico che pesa sull’uomo. La guerra sta all’uomo, come la maternità alla donna.

Senza sforzo, senza sacrificio e senza sangue nulla si conquista nella storia.

I neutrali non hanno mai dominato gli avvenimenti. Li hanno sempre subiti.

Chi non è pronto a morire per la sua fede non è degno di professarla.

Non bisogna essere preparati alla guerra domani, ma oggi.

Fedeltà è più forte del fuoco.

Bisogna porsi delle mete per avere il coraggio di raggiungerle.

La massa per me non è altro che un gregge di pecore, finché non è organizzata. Non sono affatto contro di essa. Soltanto nego che essa possa governarsi da sé. Ma se la si conduce, bisogna reggerla con due redini: entusiasmo e interesse. Chi si serve solo di uno dei due, corre pericolo.

Il credo del fascista è l’eroismo, quello del borghese l’egoismo.

La poltrona e le pantofole son le rovine dell’uomo.

Come si fa a non diventare padroni di un paese di servitori?

Le parole in determinati momenti possono essere dei fatti.

La guerra è una lezione della storia che i popoli non ricordano mai abbastanza.

Le persone intelligenti hanno meno amici e se l’invidia richiama l’astio altrui, non importa, molti nemici molto onore.

La mia formula è semplice: niente per niente. Chi vuole avere da noi prove concrete di amicizia, tali prove di concreta amicizia ci dia.

Solo la guerra porta al massimo di tensione tutte le energie umane e imprime un sigillo di nobiltà ai popoli che hanno la virtù di affrontarla.

Per noi fascisti le frontiere, tutte le frontiere, sono sacre. Non si discutono: si difendono.

Dopo aver conquistato la sicurezza dobbiamo tendere alla potenza.

Al popolo non resta che un monosillabo per affermare e obbedire. La sovranità gli viene lasciata solo quando è innocua o è reputata tale, cioè nei momenti di ordinaria amministrazione.

I popoli che non amano portare le proprie armi finiscono per portare le armi degli altri.

Niente c’è di definitivo nel mondo, ma le cose meno definitive di questo mondo sono le vittorie elettorali.

Io rispetto i calli alle mani. Sono un titolo di nobiltà.

Per dare savie leggi a un popolo bisogna essere anche un poco artisti.

Per noi fascisti la vita è un combattimento continuo, incessante, che noi accettiamo con grande disinvoltura, con grande coraggio, con la intrepidezza necessaria.

I fascisti debbono essere doppiamente disciplinati: come fascisti e come cittadini.

Chi dice Fascismo dice prima di tutto bellezza, dice coraggio, dice responsabilità, dice gente che è pronta a tutto dare ed a nulla chiedere quando sono in gioco gli interessi della Patria.

Regimi democratici possono essere definiti quelli nei quali, di tanto in tanto, si dà al popolo l’illusione di essere sovrano, mentre la vera effettiva sovranità sta in altre forze talora irresponsabili e segrete. La democrazia è un regime senza re, ma con moltissimi re talora più esclusivi, tirannici e rovinosi che un solo re che sia tiranno.

La disciplina non può essere una cosa soltanto formale, deve essere una cosa sostanziale. Cioè non si può essere, disciplinati soltanto quando ciò è facile o fa comodo, perché questa non è vera disciplina. Bisogna essere disciplinati soprattutto quando la disciplina costa sacrificio o rinunzia. Quella è la vera disciplina, la disciplina fascista.

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