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Le 50 più belle Frasi di Dante Alighieri sull’Amore, sulla Vita e sulla Conoscenza

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Ultimo aggiornamento: 26 Giugno 2024
Di: Luca Carlo Ettore Pepino
Frasi di Dante Alighieri

Dante Alighieri è stato un poeta, scrittore e politico italiano vissuto tra il XIII e il XIV secolo. Considerato il padre della lingua italiana, è ancora oggi molto amato al punto che gli è stata dedicata una giornata nazionale, il Dantedì, che si celebra in Italia ogni 25 marzo.

Tra le sue tante opere passate alla storia spicca su tutte la Divina Commedia, una delle più grandi opere della letteratura di tutti i tempi. Questo testo è ancora oggi studiato in tutto il mondo in quanto capolavoro della lingua italiana e testimonianza della civiltà medievale.

Ecco quindi una raccolta delle più belle e famose frasi di Dante Alighieri che ce ne mostrano la grande sensibilità poetica. Scoprile subito!

Aforismi, citazioni e frasi di Dante Alighieri

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Puro e disposto a salire le stelle.

Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e ‘l modo ancor m’offende.
Amor, ch’a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m’abbandona.
Amor condusse noi ad una morte.
Caina attende chi a vita ci spense.

L’amor che move il sole e l’altre stelle.

L'amor che move il sole e l'altre stelle.

L’affetto lo intelletto lega.

Lasciate ogni speranza voi ch’entrate.

Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza.

Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza.

Che bell’onor s’acquista in far vendetta.

Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.

È da uomo malvagio l’ingannare colla menzogna.

Amore e cor gentil sono una cosa.

Tre cose ci sono rimaste del paradiso: le stelle, i fiori e i bambini.

Tre cose ci sono rimaste del paradiso: le stelle, i fiori e i bambini.

Vedo il meglio ed al peggior mi appiglio.

Libertà va cercando, ch’è sì cara,
come sa chi per lei vita rifiuta.

Dico che intra tutte le bestialità di quella è stoltissima, vilissima e dannosissima, chi crede dopo questa vita non essere altra vita; però che, se noi rivolgiamo tutte le scritture, sì de’ filosofi come de li altri savi scrittori, tutti concordano in questo, che in noi sia parte alcuna perpetuale.

Il sentiero per il paradiso inizia all’inferno.

Il sentiero per il paradiso inizia all'inferno.

Non può tutto la virtù che vuole.

A l’alta fantasia qui mancò possa;
ma già volgeva il mio disio e ‘l velle,
sì come rota ch’igualmente è mossa,
l’amor che move il sole e l’altre stelle.

Lume v’è dato a bene e a malizia.

Aiutami da lei, famoso saggio,
Ch’ella mi fa tremar le vene e i polsi.

Oh beati quelli pochi che seggiono a quella mensa dove lo pane de li angeli si manuca! E miseri quelli che con le pecore hanno comune cibo!

E chi avesse voluto conoscere Amore, fare lo potea mirando lo tremare de li occhi miei.

E chi avesse voluto conoscere Amore, fare lo potea mirando lo tremare de li occhi miei.

Non può comprendere la passione chi non l’ha provata.

I posti più caldi all’Inferno sono riservati a coloro che nei momenti di grande crisi morale mantengono la loro neutralità.

Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io
fossimo presi per incantamento
e messi in un vasel, ch’ad ogni vento
per mare andasse al voler vostro e mio.

Se tu segui la tua stella, non puoi fallire a glorioso porto.

Vien dietro a me, e lascia dir le genti:
sta come torre ferma, che non crolla
già mai la cima per soffiar di venti.

E quindi uscimmo a riveder le stelle.

E quindi uscimmo a riveder le stelle.

L’amore è più forte della vita e tanto vicino alla morte.

Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.

Amor che nella mente mi ragiona cominciò egli a dir si dolcemente che la dolcezza ancor dentro mi suona.

La bocca mi baciò tutto tremante. Galeotto fu il libro e chi lo scrisse: quel giorno più non vi leggemmo avante.

Filosofia non è altro che amistanza e sapienza.

Tu proverai sì come sa di sale
lo pane altrui, e come è duro calle
lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale.

La lingua maldicente è indizio di mente malvagia.

Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!

Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!

Non ragioniam di lor, ma guarda e passa.

La gloria di colui che tutto move
per l’universo penetra, e risplende
in una parte più e meno altrove.

Uomini siate, e non pecore matte.

Donne ch’avete intelletto d’amore,
i’ vo’ con voi de la mia donna dire,
non perch’io creda sua laude finire,
ma ragionar per isfogar la mente.

Dovunque può essere litigio, ivi debbe essere giudicio.

Lo viso mostra lo color del core.

Vecchia fama nel mondo li chiama orbi;
gent’è avara, invidiosa e superba:
dai lor costumi fa che tu ti forbi.
La tua fortuna tanto onor ti serba,
che l’una parte e l’altra avranno fame
di te; ma lungi fia dal becco l’erba.

Nulla addolora maggiormente che ripensare ai momenti felici quando si è nel dolore.

Nulla addolora maggiormente che ripensare ai momenti felici quando si è nel dolore.

Vuolsi così colà dove si puote
ciò che si vuole, e più non dimandare.

Facesti come quei che va di notte,
che porta il lume dietro e sé non giova,
ma dopo sé fa le persone dotte.

Amor che ne la mente mi ragiona
de la mia donna disiosamente,
move cose di lei meco sovente,
che lo ‘ntelletto sovr’esse disvia.

Nullo sensibile in tutto lo mondo è più degno di farsi essemplo di Dio che ‘l sole.

La fama buona principalmente è generata da la buona operazione ne la mente de l’amico, e da quella è prima partorita; chè la mente del nemico, avvegna che riceva lo seme, non concepe.

Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l’etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.

E io ch’avea d’error la testa cinta,
dissi: “Maestro, che è quel ch’i’ odo?
E che gent’è che par nel duol sì vinta?”.
Ed elli a me: “Questo misero modo
tegnon l’anime triste di coloro
che visser sanza ‘nfamia e sanza lodo.
Mischiate sono a quel cattivo coro
de li angeli che non furon ribelli
né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro.
Caccianli i ciel per non esser men belli,
né lo profondo inferno li riceve,
ch’alcuna gloria i rei avrebber d’elli”.

La bocca sollevò dal fiero pasto
quel peccator, forbendola a’ capelli
del capo ch’elli avea di retro guasto.

Perché quando lo strumento dell’intelligenza si somma alla forza bruta e alla malvagia volontà, il genere umano è impotente a difendere se stesso.

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