Jacques Loew, celebre presbitero e teologo francese del XX secolo, è stato il primo prete operaio francese oltre che fondatore della Missione Operaia Santi Pietro e Paolo (MOPP).
Di famiglia borghese, ha dedicato la sua vita ai più poveri e agli emarginati, scrivendo diverse opere che mettevano in relazione la religione cristiana con le ideologie marxiste e socialiste.
Qui di seguito la nostra selezione delle più belle e famose frasi di Jacques Loew che ce ne riassumono il pensiero. Eccole!
Aforismi, citazioni e frasi di Jacques Loew
Il nostro amore è sempre pieno di alti e bassi. L’amore di Dio è sempre totale.
La Fede, è ingrandire la nostra visione del mondo e delle cose, al di là, infinitamente al di là di quello che la nostra, più alta intelligenza, la più luminosa, può raggiungere.
La libertà non esiste che là dove l’uomo è pronto a morire per essa, altrimenti è già schiavo.
Nell’uomo più marcio, c’è una scintilla di vita divina, e nel migliore, ci sono delle porcherie nascoste negli angoli!
Dio non è venuto sulla terra per abbagliarci col suo splendore. È venuto a seminare in noi il germe della nostra immortalità.
Le tre parole “Madre di Dio” sono il filo che di secolo in secolo legano in una sola trama tutta la tradizione della Chiesa.
La speranza è di avere scoperto un significato per la mia vita.
Per cercare Dio, anche se non lo si è ancora trovato, bisogna accettare, fin dal primo momento, di «giocar tutto», di mettere tutta la propria vita nella bilancia il giorno in cui si sarà avuta la gioia di scoprire Dio.
La Bibbia è l’humus umano composto dalle gioie e dalle speranze dell’uomo, dalle sue angosce e dalle sue tristezze, dalle sue peggiori cadute e dalle sue resurrezioni.
La nudità che Adamo pone come pretesto significa il rifiuto di presentarsi a Dio quali si è, indifesi.
L’amore di Dio è qualcosa che ci trascende da tutte le parti e che, se ove potessi comprendere Dio, Egli dovrebbe essere molto piccolo, data la misura della mia intelligenza.
Madeleine mi ha portato ad una specie di nuova conversione. Ho percepito più chiaramente fino a che punto proprio lei è ciò che lei essa affermava di Giovanni XXIII e Paolo VI: una guida che Dio ci dà per inaugurare un tempo nuovo, per camminare su suoli sconosciuti.
Poiché la nostra, vite è una vite risuscitata, la linfa che ci unisce ad essa porta già l’impronta della nostra resurrezione.
Siamo passati da un mondo pieno di Dio ad un mondo uscito da Dio.
[La Bibbia] è il memoriale della storia ultima dell’universo, con Dio che viene incontro all’uomo, con l’uomo che cerca Dio lo lo fugge: un amore e una libertà…
Nell’uomo più marcio, c’è una scintilla di vita divina, e nel migliore, ci sono delle porcherie nascoste negli angoli!
Vorremmo che Dio si manifesti a noi quando ancora non abbiamo sgonfiato il nostro pallone. Non è a colpi di bulldozer che possiamo arrivarci. È necessario qualche colpo di spillo per sgonfiare il nostro pallone, il nostro «io»; allora, perché ritornati piccoli, scopriamo Dio.
Mentre il figlio dell’uomo esce da sua madre e se ne allontana a poco a poco per crescere, il figlio della Chiesa, entra in essa e vi si integra sempre di più.
Un mistero, d’altronde, è sempre una realtà non oscura o tenebrosa, ma una verità troppo alta, troppo vasta per essere abbracciata con un solo sguardo di uomo. Un mistero è una realtà a misura dello sguardo di Dio.
La speranza è una determinazione dell’uomo quando ha toccato il fondo del baratro.
Se alla fine della mia vita dovessi dire qualche cosa sulla mia fede, direi che mi sento più profondamente credente e che ho meno credenze.
Mentre il figlio dell’uomo esce da sua madre e se ne allontana a poco a poco per crescere, il figlio della Chiesa, entra in essa e vi si integra sempre di più.
Ciò che vi è di più tragico, non è l’incredulo che bestemmia, non è l’uomo che cerca, che ha dei dubbi. La cosa più tragica è il cristiano che non fa più salti di gioia pensando che Dio lo ha cercato, come ha cercato la pecorella. Perché è questa, ancora una volta, la grande verità rivelata al cristiano.
Se l’ipotesi, se l’opinione, se i problemi prendono il posto della certezza, e il «forse» quello del «sì-sì» o del «no-no», di cui parla Gesù, il quale aggiunge che «tutto il resto viene dal maligno», allora il lievito evangelico non può più fermentare, il sale non può più salare.
Quello che ciascuno può fare, o più esattamente quello che è alla nostra portata per incontrare Gesù Cristo, è appunto incontrare una comunità umana, un piccolo gruppo: cinque, sei, venti o trenta riuniti insieme.