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Proverbi che iniziano con Chi: i 100 più belli

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Ultimo aggiornamento: 30 Marzo 2023
Di: Frasi Mania
Proverbi che iniziano con "Chi"

I proverbi italiani sono un’importante fonte di ispirazione, ma soprattutto un grande tesoro di saggezza popolare.

In questo articolo abbiamo selezionato quelli che iniziano con “Chi” e che sono delle grandi lezioni di vita.

Ecco quindi la nostra raccolta dei migliori proverbi che iniziano con “Chi”, dai più famosi a quelli veramente poco conosciuti. Scoprili subito!

Detti, massime e proverbi che iniziano con “Chi”

Chi fa da sé fa per tre.

Chi non muore si rivede.

Chi non risica, non rosica.

Chi ha tutto il suo in un loco l’ha nel fuoco.

Chi sa fa e chi non sa insegna.

Chi è in difetto è in sospetto.

Chi non beve in compagnia o è un ladro o è una spia.

Proverbio beve compagnia ladro spia

Chi è uso all’impiccare, non teme la forca.

Chi non apre la bocca, non le piove dentro.

Chi perde ha sempre torto.

Chi sa senza Cristo non sa nulla.

Chi caccia volentieri trova presto la lepre.

Chi ringrazia non vuol obblighi.

Chi sa il gioco non l’insegni.

Chi è generoso con la bocca, è avaro col sacco.

Chi sa il trucco non l’insegni.

Chi per grazia prega, non ha mai bene.

Chi rimane in umile stato, non ha da temer caduta.

Chi non caccia non prende.

Chi ad altri inganni tesse, poco bene per sé ordisce.

Chi cade in povertà, perde ogni amico.

Chi beve birra campa cent’anni.

Chi scopre il segreto perde la fede.

Chi non può bastonare il cavallo, bastona la sella.

Chi fa del bene agli ingrati, Dio lo considera per male.

Chi biasima il suo prossimo che è morto, dica il vero, dica il falso, ha sempre torto.

Chi semina buon grano avrà buon pane; chi semina lupino non avrà né pan né vino.

Chi ha tempo non aspetti tempo.

Chi cava e non mette, le possessioni si disfanno.

Chi s’aiuta Iddio l’aiuta.

Chi fa il male odia la luce.

Chi fa la legge, deve conservarla.

Chi s’accapiglia si piglia.

Chi fa una legge, deve anche preoccuparsi che sia eseguita.

Chi cerca di sapere ciò che bolle nella pentola d’altri, ha leccate le sue.

Chi cento ne fa una ne aspetta.

Chi cavalca o trotta alla china, o non è sua la bestia, o non la stima.

Chi alza il piede per ogni paglia, si può rompere facilmente una gamba.

Chi non naufragò in mare, può naufragare in porto.

Chi a tutti facilmente crede, ingannato si vede.

Chi serba serba al gatto.

Chi accarezza la mula rimedia calci.

Chi non sa fare non sa comandare.

Chi ha imbarcato il diavolo, deve stare in sua compagnia.

Chi semina vento raccoglie tempesta.

Chi cerca lealtà e fedeltà nel mondo, non trova che ipocrisia.

Chi ama me, ama il mio cane.

Chi semina raccoglie.

Chi semina con l’acqua raccoglie col paniere.

Chi ara terra bagnata, per tre anni l’ha dissipata.

Chi la dura la vince.

Chi cerca, trova.

Chi è mandato dai farisei è ingannato dai farisei.

Chi non sa leggere la sua scrittura è asino di natura.

Chi si fa i fatti suoi campa cent’anni.

Chi si contenta gode.

Chi rompe paga e i cocci sono suoi.

Chi accarezza la mula buscherà calci.

Chi accetta l’eredità accetti anche i debiti.

Chi ben coltiva il moro, coltiva nel suo campo un gran tesoro.

Chi di speranza vive disperato muore.

Proverbi italiani speranza

Chi si diletta di frodare gli altri, non si deve lamentare se gli altri lo ingannano.

Chi non sa adulare non sa regnare.

Chi è morso dalla serpe, teme la lucertola.

Chi non comincia non finisce.

Chi il vasto mare intrepido ha solcato, talvolta in piccol rio muore annegato.

Chi si fa un idolo del suo interesse, si fa un martire della sua integrità.

Chi ha un mestiere in mano, dappertutto trova pane.

Chi balla senza suono, come asino si ritrova.

Chi coglie acerbo il senno, maturo ha sempre d’ignoranza il frutto.

Chi si fida nel lotto, non mangia di cotto.

Chi non crede di esser matto, è matto davvero.

Chi ha ingegno, lo mostri.

Chi non crede in Dio, non crede nel diavolo.

Chi pecca in segreto fa la penitenza pubblica.

Chi non dà a Cristo, dà al fisco.

Chi cerca trova e chi domanda intende.

Chi non sa niente non è buono a niente.

Chi la fa l’aspetti.

Chi più ne fa è fatto papa.

Chi ha polvere spara.

Chi asino nasce, asino muore.

Chi conserva per l’indomani, conserva per il cane.

Chi pecora si fa, il lupo se la mangia.

Chi non è con me è contro di me.

Chi ben comincia è a metà dell’opera.

Chi si immagina di essere più di quello che è, si guardi nello specchio.

Chi beve vin, campa cent’anni.

Chi non semina non raccoglie.

Chi si fida di greco, non ha il cervel seco.

Chi ben comincia è alla metà dell’opera.

Chi fa l’altrui mestiere, fa la zuppa nel paniere.

Chi compra sprezza e chi ha comprato apprezza.

Chi bene semina, bene raccoglie.

Chi si guarda dal calcio della mosca, gli tocca quello del cavallo.

Chi si loda si sbroda.

Chi non fu buon soldato, non sarà buon capitano.

Chi si scusa si accusa.

Chi ben comincia è alla metà dell’opra.

Chi si prende d’amore, si lascia di rabbia.

Chi si somiglia si piglia.

Chi non sa tacere non sa parlare.

Chi comincia in alto, finisce in basso.

Chi non è volpe, dal lupo si guardi, perché ne sarà preda presto o tardi.

Chi fa le fave senza concime le raccoglie senza baccelli.

Chi ha tempo, ha vita.

Chi compra il superfluo, si prepara a vendere il necessario.

Chi è schiavo delle ambizioni ha mille padroni.

Chi si sposa in fretta, stenta adagio.

Chi prima arriva meglio alloggia.

Chi piglia leone in assenza, teme la talpa in presenza.

Chi si vanta da solo non vale un fagiolo.

Chi ha portato la tonaca puzza sempre di frate.

Chi non sa ubbidire, non sa comandare.

Chi più ne ha più ne metta.

Chi è svelto a mangiare è svelto a lavorare.

Chi è tosato da un usuraio, non mette più pelo.

Chi più lavora, meno mangia.

Chi ruba poco, ruba assai.

Chi d’estate secca serpi, nell’inverno mangia anguille.

Chi si umilia sarà esaltato, chi si esalta sarà umiliato.

Chi contro Dio getta la pietra, in capo gli torna.

Chi è stato trovato una volta in frode, si presume vi sia sempre.

Chi lascia la via vecchia per la nuova peggio si trova.

Chi non segue il consiglio dei genitori, tardi se ne pente.

Chi ruba un regno è un ladro glorificato, e chi un fazzoletto, un ladro castigato.

Chi si vanta del delitto è due volte delinquente.

Chi lascia la via vecchia per la nuova sa quel che lascia ma non sa quel che trova.

Chi non ha fede, non ne può dare.

Chi tace davanti alla forza, perde il suo diritto.

Chi ha avuto il beneficio, se lo dimentica.

Chi siede in basso, siede bene.

Chi sta tra due selle si trova col culo in terra.

Chi ha per letto la terra, deve coprirsi col cielo.

Chi gioca al lotto, in rovina va di trotto.

Chi d’estate vuole stare al fresco, ci starà anche d’inverno.

Chi Roma non vede, nulla crede.

Chi da gallina nasce, convien che razzoli.

Chi pesca con l’amo d’oro, qualcosa piglia sempre.

Chi non ha il gatto mantiene i topi e chi ce l’ha li mantiene tutti e due.

Chi fugge un matto, ha fatto buona giornata.

Chi tace acconsente.

Chi va con lo zoppo, impara a zoppicare.

Chi fa falla e chi non fa sfarfalla.

Chi vive sei giorni nell’oasi, il settimo anela il deserto.

Chi ha terra, ha guerra.

Chi va a Roma perde la poltrona.

Chi va all’acqua d’agosto, non beve o non vuol bere il mosto.

Chi lavora con diligenza, prega due volte.

Chi non vuol essere consigliato, non può essere aiutato.

Chi non trovò ombra nell’estate, la troverà nell’inverno.

Chi mordere non può non mostri i denti.

Chi dice donna dice guai, chi dice uomo peggio che mai.

Chi troppo vuole nulla stringe.

Chi dice A deve dire anche B.

Chi ricorda un beneficio, lo rinfaccia.

Chi rende male per bene, non vedrà mai partire da casa sua la sciagura.

Chi parla due lingue è doppio uomo.

Chi più ha più vuole.

Chi male vive, male muore.

Chi fa un’ingiustizia, la dimentica; chi la riceve, se ne ricorda.

Chi non si innamora da giovane, si innamora da vecchio.

Chi male una volta si marita, ne risente tutta la vita.

Chi molto parla, spesso falla.

Chi non ha testa abbia gambe.

Chi nasce afflitto muore sconsolato.

Chi getta un seme lo deve coltivare, se vuol vederlo con il tempo germogliare.

Chi tardi arriva male alloggia.

Chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato.

Chi di gallina nasce convien che razzoli.

Chi dà a credito spaccia assai perde gli amici e danar non ha mai.

Chi dal lotto spera soccorso, mette il pelo come un orso.

Chi pesca e ha fretta, spesse volte prende dei granchi.

Chi non ha imparato a ubbidire, non saprà mai comandare.

Chi ha da far con un incostante, tien l’anguilla per la coda.

Chi da savio operare vuole, pensi al fine.

Chi tanto e chi niente.

Chi muore giace e chi vive si dà pace.

Chi vanta se stesso e abbassa gli altri, gli altri abbasseranno lui.

Chi più ha più ne vorrebbe.

Chi più sa meno crede.

Chi non lavora non mangia.

Chi non mangia ha già mangiato.

Chi dice male, l’indovina quasi sempre.

Chi dà ghiande non può riavere confetti.

Chi lavora, Dio gli dona.

Chi dice donna dice danno.

Chi mal semina mal raccoglie.

Chi non ama le bestie, non ama i cristiani.

Chi ringrazia per una spiga, riceve una manna.

Chi trova un amico trova un tesoro.

Chi più spende meno spende.

Chi dà per ricevere, non dà nulla.

Chi ruba una volta è sempre ladro.

Chi del vino è amico, di se stesso è nemico.

Chi nasce è bello, chi si sposa è buono e chi muore è santo.

Chi va via perde il posto all’osteria.

Chi prima non pensa dopo sospira.

Chi ha il capo di cera, non vada al sole.

Chi prende l’anguilla per la coda, può dire di non tenere nulla.

Chi vuol d’avena un granaio la semini di febbraio.

Chi disprezza compra.

Chi fosse indovino, sarebbe ricco.

Chi porta fiori, porta amore.

Chi disprezza vuol comprare e chi loda vuol lasciare.

Chi vende a credenza spaccia assai: perde gli amici e i quattrin non ha mai.

Chi di spada ferisce di spada perisce.

Chi gioca al lotto, in rovina va di botto.

Chi fugge il giudizio, si condanna.

Chi ride il venerdì piange la domenica.

Chi maltratta le bestie, non la fa mai bene.

Chi poco sa presto parla.

Chi mangia sempre pan bianco, spesso desidera il nero.

Chi gioca al lotto, è un gran merlotto.

Chi di coltel ferisce, di coltel perisce.

Chi dice A arrivi fino alla Z.

Chi predica al deserto, perde il sermone.

Chi troppo e chi niente.

Chi va alla festa e non è invitato, ben gli sta se ne è scacciato.

Chi va all’osto, perde il posto.

Chi ha farina non ha la sacca.

Chi vivrà vedrà.

Chi di una donna brutta s’innamora, lieto con essa invecchia e l’ama ancora.

Chi di spirito e di talenti è pieno domina su quelli che ne hanno meno.

Chi ti dà un osso non ti vorrebbe morto.

Chi domanda ciò che non dovrebbe, ode quel che non vorrebbe.

Chi ha denti non ha pane e chi ha pane non ha denti.

Chi dice quel che vuole sente quel che non vorrebbe.

Chi mangia sempre torta se ne sazia.

Chi ha fatto ingiuria ad altri, da altri convien che la sopporti.

Chi mena per primo mena due volte.

Chi prima nasce prima pasce.

Chi nasce matto non guarisce mai.

Chi perdona senza dimenticare, non perdona che metà.

Chi fa in fretta fa due volte.

Chi va a caccia non deve lasciare a casa il fucile.

Chi va al mulino s’infarina.

Chi ha più fretta, più tardi finisce.

Chi vince ha sempre ragione.

Chi vive in libertà non tenti il fato.

Chi uccide i gatti fa male i suoi fatti.

Chi è bugiardo è ladro.

Chi vuol dell’acqua chiara vada alla fonte.

Chi è destinato alla forca non annega.

Chi ti vuol male, ti liscia il pelo.

Chi nasce tondo non può morir quadrato.

Chi domanda non fa errore.

Chi dopo la polenta beve acqua, alza la gamba e la polenta scappa.

Chi tiene il letame nel suo letamaio, fa triste il suo pagliaio.

Chi va piano va sano e va lontano. Chi va forte va alla morte.

Chi è causa del suo mal pianga se stesso.

Chi troppo comincia, poco finisce.

Chi domanda non erra.

Chi dorme d’agosto dorme a suo costo.

Chi dorme non piglia pesci.

Chi tiene la scala non è meno reo del ladro.

Chi vuole la figlia accarezzi la madre.

Chi vuole vada e chi non vuole mandi.

Chi vuol esser libero, non metta il collo sotto il giogo.

Chi vuol lavoro degno assai ferro e poco legno.

Chi vuol essere pagato, non dev’essere ringraziato.

Chi vuol guarire deve soffrire.

Chi vuol pane, meni letame.

Chi vuol impetrare, la vergogna ha da levare.

Chi vuol presto impoverire, chieda prestito all’usuraio.

Chi vuol provar le pene dell’inferno, la stia in Puglia e all’Aquila d’inverno.

Chi vuol saper cos’è l’inferno faccia il cuoco d’estate e il carrettiere d’inverno.

Chi vuol un bel pagliaio lo pianti di febbraio.

Chi vuole arricchire in un anno, è impiccato in sei mesi.

Chi vuole essere sicuro della sua farina, deve portare egli stesso il sacco al mulino.

Chi vuole essere amato, divenga amabile.

Chi vuol vedere Pisa vada a Genova.

Chi vuole assai, non domandi poco.

Chi vuole i santi se li preghi.

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